Battistero di San Giovanni

Il Battistero di San Giovanni Battista si trova nel cuore medievale di Padova, accanto alla Cattedrale del Duomo. Edificato probabilmente nel XII secolo (1171 circa) l’edificio subì alcune modifiche nel Duecento e soprattutto nel Trecento quando fu scelto da Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio da Carrara, Signore di Padova dal 1350 al 1388, come luogo di sepoltura per sé e per il marito.

Con testamento redatto in data 22 settembre 1378 Fina, dopo aver raccomandato l’anima a Dio, dispose che la sua tomba fosse costruita nel Battistero, adeguatamente al suo rango, e lasciò disposizioni affinché il valore dei suoi argenti, del vestiario e di altri effetti personali fosse utilizzato per completare la decorazione della cappella funebre. Pur conservando l’antica funzione il battistero si trasformò così in un mausoleo, dove Fina fu sepolta il 4 ottobre 1378 e Francesco il Vecchio nel 1393. I due monumenti funebri, opera di Andriolo de’ Santi, furono distrutti dalla Serenissima nel 1405 per cancellare ogni riferimento della Signoria padovana. Attualmente al centro del Battistero troviamo la fonte battesimale realizzata nel Quattrocento dallo scultore Giovanni da Firenze.

Appena si entra lo sguardo è subito affascinato dall’oro delle aureole e dall’intenso azzurro oltremare dei manti di Cristo e della Vergine, poi si incomincia a scorrere la miriade di figure terrene e ultraterrene che popolano questo piccolo scrigno dipinto. 

La decorazione di pareti e cupola fu affidata a uno dei più importanti pittori della corte dei Carraresi, Giusto de’ Menabuoi, artista toscano ma formatosi in Lombardia dove era entrato in contatto con la pittura di Giotto, conoscenza che approfondi una volta giunto a Padova attraverso lo studio del ciclo grottesco alla Cappella degli Scrovegni, alla Basilica del Santo e al Salone (non più esistenti). Per realizzare i suoi affreschi, che coprono interamente l’interno dell’edificio, e che con ogni probabilità nel passato coprivano anche parte dell’esterno, Giusto chiese di poter ampliare la cupola: l’intervento di sopraelevazione è visibile anche dall’esterno nella seconda serie di archetti del tamburo. Nel ciclo pittorico, realizzato tra il 1375 ed il 1378, Giusto racconta con tocco elegante e raffinato la storia cristiana traendo episodi dall’Antico e dal Nuovo Testamento ed illustrandoli con vivacità e concretezza narrativa.

Nella grande cupola è rappresentato il Paradiso, dove al centro campeggia il Cristo Pantocratore che reca in mano il libro delle Sacre Scritture con una iscrizione tratta dall’ultimo capitolo dell’Apocalisse “Ego sum alpha et omega” (=Io sono l’alfa-principio e l’omega-fine).

Lo circondano, all’interno dell’arcobaleno, una schiera di piccoli angeli alati. Seguono, disposti in cerchi concentrici, la Madonna accompagnata da una duplice schiera di angeli e da una triplice schiera di santi, facendo cosi simbolicamente da tramite tra Cristo e l’umanità.

I 108 santi costituiscono una specie di santilogio padovano voluto da coniugi da Carrara per il loro mausoleo, infatti nell’ultima schiera, la più esterna, sono rappresentati 37 santi e sante venerati a Padova, (a sinistra di chi guarda la Madonna: s. Giovanni Battista, s. Prosdocimo, s. Giustina, s. Daniele, s. Massimo, s. Fidenzio, ecc.; a destra: s. Giovanni, le due Marie, s. Maria Maddalena, ecc.)

Lungo tutto il tamburo Giusto rappresenta 33 scene ispirate ai primi 37 episodi della Creazione tratte dal libro della Genesi che narra le disavventure di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai fratelli ai mercanti di Median per venti sicli d’argento; nei pennacchi sono rappresentati gli Evangelisti affiancati dai Profeti.

Sulle pareti si dispiegano 43 episodi ispirati ai 22 capitoli dell’Apocalisse di s. Giovanni evangelista, di Maria e di Cristo, tratte dai Vangeli. Nella piccola abside sono presentate in 43 piccoli riquadri le scene dell’Apocalisse e, nella cupola, la Pentecoste. Sull’altare dell’abside è collocato un bel polittico a tempera su tavola, anche questo opera di Giusto de’ Menabuoi; al centro è raffigurata la Madonna col Bambino, sopra il battesimo di Gesù e sotto la pietà, nei pannelli laterali, disposti in più ordini troviamo santi e storie del Battista. Alle due estremità inferiori gli stemmi dei Carraresi (il carro a quattro ruote) a sinistra, dei Buzzaccarini a destra.

Il motivo che lega l’intero ciclo degli affreschi di Giusto nel battistero di Padova è la storia della salvezza, che inizia dall’alto e dall’alto ritorna con l’Apocalisse. Il battistero, tuttavia, fu costruito per ricevere non soltanto i battezzandi della parrocchia, ma (per secoli, almeno fino al Trecento inoltrato) anche soggetti di altre parrocchie del territorio “intra terminos civitatis”. Nel battistero si ritornava dunque per apprendere qualcosa sul grande tema della salvezza o della perdizione, sulla vita e sulla morte, così spesso in alternativa nella vita dello spirito.

Informazioni ed orari di visita:

Lunedì  14.00 / 17.30

Da Martedì a Domenica  10.30 / 13.00 e dalle 14.00 / 17.30

La biglietteria si trova presso Museo Diocesano, Palazzo vescovile, Piazza Duomo 12 (a sinistra della Cattedrale).

Info e Biglietteria Tel +39 049 8226159

Info e prenotazioni Tel +39 0174 330976

Consigliato acquisto ONLINE sul sito Kalatà oppure telefonando al numero +39 0174 330976, email booking@kalata.it

Chiuso 25, 26 dicembre, 1 gennaio e Pasqua

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