La Loggia della Gran Guardia si trova nel cuore della città, nella bellissima Piazza dei Signori. Inizialmente era chiamato Loggia del Consiglio, in quanto, successivamente all’incendio del Salone, nel 1420, era diventato la sede dove si riuniva il Maggior Consiglio della città.
La costruzione iniziò alla fine del Quattrocento, con il progetto di Annibale Maggi da Bassano, vincitore del concorso, ma prosegui lentamente e fu più volte interrotta per motivi economici e bellici del 1509, quando le truppe dell’Imperatore Massimiliano I assediarono la città di Padova dal 15 al 30 settembre di quell’anno, durante la guerra della Lega di Cambrai. I lavori ripresero nel 1516 con il ferrarese Biagio del Bigio, e nel 1530, sotto la guida di Giovanni Maria Falconetto che terminò i lavori nel 1553.
L’edificio è considerato uno dei migliori esempi architettonici del primo Rinascimento caratterizzato dalle particolari decorazioni dei piedistalli e dell’uso di marmi policromi. La Loggia si presenta con un’ampia gradinata e con la facciata rivestita in marmo bianco d’Istria, con sette arcate nella parte inferiore e una trifora centrale e due bifore laterali nella parte superiore. Le pareti laterali presentano ciascuna una arcata, con colonne e pilastri angolari di stile corinzio, sovrastata da una bifora. Il soffitto è a travatura e ornato di svecchiature marmoree e di stemmi. Nel 1882 nel Loggiato fu posta la statua di Vittorio Emanuele II, nel 1938 fu trasferita nei pressi della rotonda dell’Esedra (vicino Prato della Valle).
Sulla parete di fondo, sul lato sinistro, troviamo la porta con un grande scalone che ci porta alla Sala del piano superiore, da cui si accede attraverso un pianerottolo. La grande sala è ornata da un soffitto a lacunari, opera di Giovanni Paolo da Venezia e Girolamo dal Santo, e da una serie di affreschi lungo le pareti longitudinali risalenti al 1667 e attribuite al bolognese Pier Antonio Torri, che rappresentano episodi leggendari e storici di Padova, come la Fondazione della città ad opera di Antenore, la vittoria riportata dai Padovani sulla flotta del re spartano Cleonimo, il Suicidio di Trasea Peto. La tela che raffigura Padova tra Giustizia e Sapienza, realizzata nel settecento, è di Giulio Girello, autore rinomato dell’epoca proprio per questo genere di scene celebrative a carattere ufficiale, sostituisce la tela più famosa, eseguita da Domenico Campagnola nel 1537, ora al Museo Civico.
Nel 1866 la Loggia è passata al Comune di Padova e destinata, in prevalenza, ad iniziative di carattere culturale.