Orto Botanico

L’Orto botanico dell’Università di Padova si trova a pochi passi dalla basilica del Santo.

E’ il più antico orto scientifico universitario del mondo ad aver mantenuto la sua struttura originaria quasi inalterata. Fu fondato il 31 luglio 1545, su decisione del Consiglio dei Pregati della Repubblica di Venezia, che accolse la proposta del professore universitario Francesco Bonafede di istituire a Padova un Horto Medicinale dove poter coltivare e studiare le piante medicinali locali ed esotiche.

L’Orto, realizzato da Daniele Barbaro e Pietro Da Noale, ebbe come primo custode nel 1547, Luigi Squalerno detto Anguillara, che fece introdurre 1800 specie medicinali. Nel 1551 all’Anguillara viene affiancato Pier Antonio Michiel, già creatore di un mirabile giardino privato, conoscitore e amatore delle specie vegetali ed autore di un eccellente erbario illustrato.

L’orto nacque come centro dedicato esclusivamente alla coltivazione di piante che servivano per realizzare i “semplici”, cioè quelle soluzioni medicinali curative che provenivano direttamente dalla natura, e che all’epoca rappresentavano la principale risorsa terapeutica ed entravano nella composizione della quasi totalità dei medicamenti. Ecco perché i primi orti botanici vennero denominati Giardini dei Semplici ovvero Horti simplicium.

Si presenta con una struttura circolare con un quadrato inscritto, a sua volta suddiviso in quattro quadrati più piccoli (spalti) da due viali perpendicolari suddivisi in aiuole (areole) disposte in modo da formare eleganti disegni geometrici, diversi l’uno dall’altro. Nel 1552 la struttura fu circondata da un muro circolare per arginare i continui furti di erbe medicali. Al centro spicca una piscina per le piante acquatiche, alimentata da un fiotto d’acqua calda proveniente da una falda posta a quasi trecento metri sotto il livello dell’orto.

La struttura architettonica dell’Orto subì in tempi successivi modifiche e arricchimenti, che però non alterarono in modo sostanziale il disegno originario. All’inizio del Settecento vennero realizzati i quattro monumentali portali d’ingresso dell’Hortus cinctus, con stipiti in trachite sormontati da vasi in pietra (acroteri) contenenti piante in ferro battuto e provvisti di eleganti cancelli, anch’essi in ferro battuto. Venne eliminato il dislivello tra i viali e gli “spalti” e modificato il disegno delle aiuole; furono inserite delle fontane al centro di ciascun quarto, alle quali se ne aggiungeva una all’incrocio dei due viali principali. Il muro circolare fu ingentilito, nella prima metà del Settecento, da una balaustra con eleganti colonnine in pietra bianca, su cui furono collocati vasi e busti di importanti personaggi, rivolti verso il centro dell’Orto.

In tempi successivi, l’Orto si estese fino ad occupare anche l’area esterna al muro circolare, dove vennero realizzate altre fontane: la fontana di Teofrasto, detta così poiché vi fu collocata una statua del filosofo greco del III secolo a.C., considerato il padre della botanica (porta sud), e quella detta delle Quattro Stagioni (porta est) per la presenza, oltre a una statua di Salomone firmata dallo scultore padovano Antonio Bonazza, dei busti marmorei settecenteschi raffiguranti le Quattro Stagioni.

Nella prima metà dell’Ottocento furono inserite tre meridiane: una cubica, una sferica e una cilindrica. Vennero anche realizzate serre in muratura, in sostituzione delle “conserve” mobili utilizzate in precedenza; una di queste serre ottocentesche conserva ancora l’originale struttura interna con eleganti archi e colonnine in ghisa. Fu costruita un’aula ad emiciclo della capienza di cento studenti, detta “teatro botanico”, tuttora in uso per lezioni e riunioni.

Sul cornicione del “teatro botanico” furono collocati i busti di eminenti studiosi: al centro quello di Francesco Bonafede, promotore dell’istituzione dell’Horto medicinale, assieme a quelli di Giuseppe Pitton de Tournefort, Carlo Linneo, Antonio Bernardo de Jussieu e Marcello Malpighi. Il grande edificio in prossimità dell’ingresso, che risale ai secoli XVII e XVIII, era un tempo destinato ad abitazione del Direttore dell’Orto (tradizionalmente denominato Prefetto).

Oggi la palazzina ospita al piano terra spazi destinati a esposizioni museali, al primo piano la Biblioteca storica, l’archivio dell’Orto botanico e l’Erbario, mentre al secondo piano si trovano la direzione e altri locali adibiti alla conservazione dei semi.

Nell’ottobre 2014 è stata inaugurata la nuova struttura, denominata “Giardino della Biodiversità”. Si tratta di cinque nuove serre tecnologiche dislocate su un piano lungo 100 metri e alto 18, inserite in una galleria di vetro e acciaio, che permettono al visitatore di compiere un viaggio attraverso i principali ecosistemi del pianeta dai tropicali ai temperati, ai desertici, immergendosi nei diversi biomi del pianeta. Dalle condizioni più favorevoli per la vita, con abbondante umidità e temperature elevate che permettono la crescita della foresta pluviale, fino alle condizioni più estreme, dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile.

Attualmente l’Orto ha una superficie di quasi 37.000 metri quadrati e contiene oltre 6.000 piante coltivate, raccogliendo 3.500 specie differenti che rappresentano, seppur in forma ridotta, una parte significativa del regno vegetale.

Qui troviamo piante medicinali e velenose (molto utilizzate in passato), piante dei Colli Euganei e Rare del Triveneto, piante introdotte per la prima volta in Italia attraverso l’Orto Botanico di Padova (fra cui, il gelsomino giallo, il girasole, il sesamo e la patata) e piante insettivore, ospitate nella prima delle serre ottocentesche, posta poco oltre la Porta Nord. Tra le piante storiche troviamo anche il ginkgo, la magnolia, l’acacia e la palma di Goethe.

Ciascuna di queste, come tutte le piante conservate nell’Orto, reca un’apposita etichetta con il nome scientifico della specie, la famiglia di appartenenza, le iniziali del catalogatore che per primo la ha descritta ed infine l’anno di impianto nell’Orto.

L’orto ospita anche numerose vasche dove vengono coltivate piante idrofite. Alcune si vedono galleggiare, con le foglie in superficie e le radici immerse nell’acqua ma libere, come la lenticchia d’acqua o il giacinto d’acqua, mentre altre sono ancorate al substrato, come ad esempio le ninfee, il fior di loto indiano e la Victoria cruziana.

Nel 1997 è stato inserito dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità come bene culturale, con la seguente motivazione:

 “L’Orto Botanico di Padova è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra la natura e la cultura. Ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia”.

L’Orto Botanico di Padova è visitabile nei seguenti orari:

  • Da novembre a marzo: 9 -17 dal martedì alla domenica e tutti i giorni festivi
  • Aprile: 9 -19 tutti i giorni, festivi inclusi
  • Da maggio a settembre: 10 -19 dal martedì alla domenica e tutti i giorni festivi
  • Ottobre: 10-18 dal martedì alla domenica e tutti i giorni festivi.

Informazioni e prenotazioni prenotazioni@ortobotanicopd.it

  • Tel. +39 049 8273939
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